mercoledì 10 ottobre 2018
I TEMPI DEL BAMBINO NEL GIOCO
Winnicot afferma che il gioco è un'attività seria che non va interrotta; sappiamo bene che nella quotidianità del nido e della vita quotidiana questo sia difficile, dobbiamo forse allora ripensare almeno un po' il nostro atteggiamento di adulti e ricordarci come neppure a noi piace essere interrotti quando facciamo un'attività che ci piace. Controllare bene i tempi e "controllare" i nostri modi di fare talvolta frettolosi o "bruschi" (spesso inconsapevoli e non voluti) quando conduciamo i bambini da un'attività all'altra.
lunedì 1 ottobre 2018
GIOCARE CON I BAMBINI
"L'importanza del gioco nell'educazione e nella socializzazione dei bambini è stata, in questo secolo, contemporaneamente riconosciuta in teoria e negata nella pratica. Se da una parte si è infatti divenuti più consapevoli del significato psicologico del gioco spontaneo, non strutturato, dall'altra le esperienze di gioco libero concesse ai bambini appaiono sempre più ridotte" (B. Bettelheim)
giovedì 20 settembre 2018
IL GIOCO TRA BAMBINI
Giocando tra loro i bambini si osservano, si imitano, si avvantaggiano gli uni delle idee degli altri, arricchiscono le loro conoscenze e le loro immaginazioni, e moltiplicano il piacere di condividere cose nuove. I bambini sviluppano anche le loro capacità sociali, imparando a collaborare nei giochi sociali, o cercando di risolvere insieme i problemi sorti durante il gioco.
lunedì 10 settembre 2018
GIOCARE CON LA VERDURA
La verdura fa bene al gioco.
Attraverso il gioco, il bambino decodifica il mondo, utilizzando più modi per leggere la realtà. Perché i bambini riescano giocare "seriamente" è necessario che l'adulto offra loro un tempo per la sperimentazione, l'esplorazione e la curiosità in ambienti che donino sicurezza, libertà e lentezza
Le verdure sono ottimi materiali che danno la possibilità di esplorare forme, colori, dimensioni e consistenze uniche e meravigliose. Sono tantissime le tipologie, o "famiglie", di verdure, ognuna con una propria stagione di appartenenza, ognuna con un racconto da proporre nell'esperienza del bambino. Ci sono verdure composte da foglie di colorazione e grandezze diverse, baccelli che custodiscono piccoli legumi freschi al loro interno, radici e tuberi colorati, tanti tipi di cavoli con forme geometriche diverse. Le verdure durante il gioco dovranno essere presentate nel miglior modo possibile , in una proposta unica, ordinata e non caotica. La presentazione può avvenire suddividendo la verdura in ceste o disponendole su stoffe che ne esaltino il colore. Possono essere inoltre, divise per colore, forme e grandezza. In questo modo i bambini attraverso un materiale naturale e semplice come le verdure possono imparano forme, colori e profumi divertendosi giocando.
Attraverso il gioco, il bambino decodifica il mondo, utilizzando più modi per leggere la realtà. Perché i bambini riescano giocare "seriamente" è necessario che l'adulto offra loro un tempo per la sperimentazione, l'esplorazione e la curiosità in ambienti che donino sicurezza, libertà e lentezza
Le verdure sono ottimi materiali che danno la possibilità di esplorare forme, colori, dimensioni e consistenze uniche e meravigliose. Sono tantissime le tipologie, o "famiglie", di verdure, ognuna con una propria stagione di appartenenza, ognuna con un racconto da proporre nell'esperienza del bambino. Ci sono verdure composte da foglie di colorazione e grandezze diverse, baccelli che custodiscono piccoli legumi freschi al loro interno, radici e tuberi colorati, tanti tipi di cavoli con forme geometriche diverse. Le verdure durante il gioco dovranno essere presentate nel miglior modo possibile , in una proposta unica, ordinata e non caotica. La presentazione può avvenire suddividendo la verdura in ceste o disponendole su stoffe che ne esaltino il colore. Possono essere inoltre, divise per colore, forme e grandezza. In questo modo i bambini attraverso un materiale naturale e semplice come le verdure possono imparano forme, colori e profumi divertendosi giocando.
mercoledì 5 settembre 2018
GIOCARE ALL'APERTO
Per i bambini giocare all'aperto ha un grande valore educativo, crea le condizioni favorevoli all'apprendimento in un contesto che si presenta piacevole. Fuori i bambini sono messi nella condizione di mettersi alla prova, di risolvere problemi, di pensare in modo critico, di elaborare dei progetti, di assumersi responsabilità e di lasciarsi guidare dalla natura inoltre aumentano il loro senso di sicurezza. Il gioco all'aperto viene considerato il gioco libero per eccellenza, il bambino ha libertà di movimento, libertà di pensiero, libertà di relazione ed è libero di orientare la propria azione secondo i suoi bisogni e la sua curiosità.
martedì 4 settembre 2018
TIPOLOGIE DI GIOCO NELLA PRIMA INFANZIA
Avete mai giocato insieme ai bambini? se sì, quanti anni avevano? che tipo di gioco preferivano svolgere?
Oggi analizzo con voi alcune tipologie di gioco tipiche nella prima infanzia da svolgere al Nido e anche a casa con la mamma.
Oggi analizzo con voi alcune tipologie di gioco tipiche nella prima infanzia da svolgere al Nido e anche a casa con la mamma.
- Il cestino dei tesori: pensato per bambini di età compresa tra i 6 e i 10-12 mesi, questa fascia d'età inizia con il bambino che è in grado di mantenere la posizione seduta e di afferrare piccoli oggetti, al periodo in cui inizia a camminare. Il cestino dei tesori è pensato per soddisfare la curiosità degli oggetti comuni, reali dell'ambiente del bambino, garantendo così al bambino la possibilità di sperimentare un'importante e interessante esperienza sensoriale. Per l'attività occorre procurarsi un cesto abbastanza capiente e preferibilmente rotondo così da permettere a più bambini di avvicinarsi al cesto. All'interno ci possiamo mettere tutti gli oggetti comuni che attraggono i bambini come per esempio: gomitoli di lana, cucchiai, spazzola, sonaglini, mollette da bucato e così via.. facendo attenzione a non mettere oggetti troppo piccoli, ricordiamo che il bambino porterà alla bocca tutti questi oggetti.
- Gioco euristico: dai 12 ai 20 mesi il bambino si diverte attraverso il gioco euristico, un gioco di scoperta, utilizzando del materiale "povero" presente nelle nostre case. I bambini e le bambini possono giocare liberamente con i materiali da noi proposti senza bisogno del nostro intervento.
- Gioco simbolico: verso i 2 anni il bambino è in grado di rappresentare mentalmente e in maniera differita qualcosa che ha precedentemente osservato e appreso dal suo ambiente. Il bambino è in grado di compiere imitazioni differite cioè rappresentare azioni passate delle quali sono stati testimoni come per esempio: pettinare la bambola nello stesso modo che la mamma pettina la sorellina. Il gioco "far finta di" ovvero il gioco simbolico è una continua simulazione di azioni viste dal bambino durante la quotidianità attraverso le quali i bambini sviluppano le competenze sociali e la capacità di elaborare temi narrativi come per esempio giocare a mamma casetta costruendo la storia della famiglia.
- Attività di manipolazione: si sviluppa dai 0 ai 3 anni, e indica tutte le attività che permettono al bambino di esplorare e scoprire le caratteristiche dei materiali attraverso l'uso delle mani . Alcuni esempi di materiale da utilizzare per questo tipo di attività sono: pasta di pane, pasta di sale, didò e plastiline, creta, sabbia, fango, giochi con acqua colorata.
- Travasi: perfetto dai 12 ai 24 mesi utili per allenare la motricità fine e proposti in maniera propedeutica attraverso l'inserimento di materiali che richiedono un grado crescente di precisione. Attraverso il gioco del travaso il bambino compie le prime esperienze sulle qualità degli oggetti e su come i materiali si comportano quando sono messi in relazione tra loro. Inoltre questa tipologia di gioca va ad aiutare i più piccoli, ad abituarsi spontaneamente alle situazioni pratiche della vita come per esempio versarsi l'acqua nel bicchiere o mangiare
mercoledì 22 agosto 2018
IL GIOCO SECONDO MARIA MONTESSORI
Buonasera amici, scusate l'assenza, qualche giorno di vacanza per ricaricare le batterie, eccomi di nuovo qui con un nuovo post tutto per voi😊!!!
Questa sera voglio parlarvi di Maria Montessori: fu tra le primissime donne italiane a laurearsi in medicina, dedicandosi fin da subito allo studio dell'educazione dei bambini. Dopo il notevole successo ottenuto dai suoi metodi, nel 1906 fu chiamata a curare l'organizzazione di scuole materne per i figli di famiglie operaie di alcuni quartieri popolari romani; nacquero così le prime "case dei bambini" conosciute e imitate in poco tempo da tutto il mondo.
Maria Montessori sosteneva che il gioco fosse il lavoro del bambino e che giocare non implicasse necessariamente dei giocattoli veri e propri. Nonostante nella sua prima scuola ve ne fossero di splendidi, constatò presto che i bimbi li lasciavano da parte, preferendo oggetti reali e attività di vita quotidiana che, contrariamente a quanto accadeva a casa loro non gli venivano negati.
Maria Montessori pensava che i bambini ricorressero ai giocattoli in mancanza di altro, e si accontentassero quando a disposizione avevano solo quelli, ma aspirava sempre a occupazioni più elevate e costruttive.
Quando il bambino si accontenta dei giocattoli, è forse perché "l'adulto […] lascia libero il bambino soltanto nei giochi, o meglio soltanto con i suoi giocattoli" scriveva Maria Montessori in Il il segreto dell'infanzia. Quante/i di voi, mi rivolgo soprattutto alle mamme, lasciano che i loro figli le aiutino a preparare la cena, spazzare il pavimento oppure giocare con le pentole della cucina??
I bambini sono attratti soprattutto da ciò che gli consente di inserirsi nel mondo. Hanno bisogno delle "cose vere". Fino a 3 anni il bambino ha voglia di collegarsi con la realtà per capire il mondo, e molto spesso lo fa attraverso l'imitazione dell'adulto nelle sue faccende quotidiane, quindi care Mamme lasciate che il vostro bambino sia libero di imitarvi e di toccare con mano il vostro mondo.
Maria Montessori a tal proposito scriveva: " Invece di dargli i mezzi per sviluppare la sua intelligenza, non gli si offre che inutili giocattoli. Il bambino vuole toccare tutto, e gli adulti gli lasciano toccare alcune cose e gliene proibiscono altre. […] Si riconosce che il bambino ha bisogno
di copiare il lavoro degli adulti, ma in risposta a questa sua esigenza gli si danno oggetti con i quali egli non può lavorare. Che beffa!"
Invitiamo allora il bambino a fare quello che facciamo noi, e a farlo veramente con oggetti adeguati alle sue capacità, per esempio facciamoci aiutare a preparare il tavolo per il pranzo e per la cena con dei piattini che potrà rompere, anziché fare finta con piatti di plastica o pentoline giocattolo. Ricordate il bambino adora "far parte della realtà"!!
Questa sera voglio parlarvi di Maria Montessori: fu tra le primissime donne italiane a laurearsi in medicina, dedicandosi fin da subito allo studio dell'educazione dei bambini. Dopo il notevole successo ottenuto dai suoi metodi, nel 1906 fu chiamata a curare l'organizzazione di scuole materne per i figli di famiglie operaie di alcuni quartieri popolari romani; nacquero così le prime "case dei bambini" conosciute e imitate in poco tempo da tutto il mondo.
Maria Montessori sosteneva che il gioco fosse il lavoro del bambino e che giocare non implicasse necessariamente dei giocattoli veri e propri. Nonostante nella sua prima scuola ve ne fossero di splendidi, constatò presto che i bimbi li lasciavano da parte, preferendo oggetti reali e attività di vita quotidiana che, contrariamente a quanto accadeva a casa loro non gli venivano negati.
Maria Montessori pensava che i bambini ricorressero ai giocattoli in mancanza di altro, e si accontentassero quando a disposizione avevano solo quelli, ma aspirava sempre a occupazioni più elevate e costruttive.
Quando il bambino si accontenta dei giocattoli, è forse perché "l'adulto […] lascia libero il bambino soltanto nei giochi, o meglio soltanto con i suoi giocattoli" scriveva Maria Montessori in Il il segreto dell'infanzia. Quante/i di voi, mi rivolgo soprattutto alle mamme, lasciano che i loro figli le aiutino a preparare la cena, spazzare il pavimento oppure giocare con le pentole della cucina??
I bambini sono attratti soprattutto da ciò che gli consente di inserirsi nel mondo. Hanno bisogno delle "cose vere". Fino a 3 anni il bambino ha voglia di collegarsi con la realtà per capire il mondo, e molto spesso lo fa attraverso l'imitazione dell'adulto nelle sue faccende quotidiane, quindi care Mamme lasciate che il vostro bambino sia libero di imitarvi e di toccare con mano il vostro mondo.
Maria Montessori a tal proposito scriveva: " Invece di dargli i mezzi per sviluppare la sua intelligenza, non gli si offre che inutili giocattoli. Il bambino vuole toccare tutto, e gli adulti gli lasciano toccare alcune cose e gliene proibiscono altre. […] Si riconosce che il bambino ha bisogno
di copiare il lavoro degli adulti, ma in risposta a questa sua esigenza gli si danno oggetti con i quali egli non può lavorare. Che beffa!"
Invitiamo allora il bambino a fare quello che facciamo noi, e a farlo veramente con oggetti adeguati alle sue capacità, per esempio facciamoci aiutare a preparare il tavolo per il pranzo e per la cena con dei piattini che potrà rompere, anziché fare finta con piatti di plastica o pentoline giocattolo. Ricordate il bambino adora "far parte della realtà"!!
giovedì 9 agosto 2018
I TRATTI DISTINTIVI DEL GIOCO
Vi siete mai chiesti quante forme di gioco conoscete?
Molto probabilmente tante: giochi di società, di destrezza,d'azzardo, giochi all'aperto, giochi di costruzione ecc. Nonostante l'attività del giocare possa presentarsi in molte forme tutte diverse tra loro, dovete sapere che esse hanno in comune una serie di caratteristiche sempre presenti e fondamentali. Secondo Roger Caillois il gioco è un attività:
- libertà: il gioco comandato non è più un gioco e perde la sua natura di divertimento attraente e gioioso;
- separata: dalla vita ordinaria, da ciò che chiamiamo "reale" o serio, circoscritta entro confini spazio-temporali definiti (la scacchiera, il campo da calcio, l'angolo del "far finta di")
- incerta: lo svolgimento predeterminato e l'esito non è scontato, è sempre presente un elemento di rischio che lo rende attraente.
- improduttiva: il gioco non crea né beni né ricchezze, si gioca solo per il piacere di giocare, non per fini esterni a esso;
- regolata: il gioco crea un universo nel quale vengono create o valgono regole del tutto differenti da quelle che vigono nel mondo ordinario;
- caratterizzata da uno stato fittizio: accompagnato dalla consapevolezza specifica di una diversa realtà o di una totale irrealtà nei confronti della vita ordinaria.
"Occorre che l'adulto giochi a credere lasciandosi trascinare nel mondo incantato del bambino rimanendo in parte nel proprio mondo razionale. è questa doppia cittadinanza che il bambino chiede all'adulto, questo campo di forza tra reale e fantastico."- Raffaele Mantegazza-
mercoledì 8 agosto 2018
GIOCARE CON IL BAMBINO: TRE STILI
Buongiorno a tutti!!
Oggi vi voglio parlare dell'importante ruolo dell'adulto nei giochi dei bambini di età tra i 18 e i 36 mesi. Innanzitutto il coinvolgimento sensibile e non intrusivo, di un adulto può avere degli effetti positivi nel gioco del bambino come per esempio aumentare la durata del gioco e migliorarne la qualità, aiutare il bambino a comprendere l'esistenza di regole e relazioni con la sua realtà circostante. Ci sono tre stili principali in cui un adulto può lasciarsi coinvolgere nel gioco:
- Pre-strutturando: il gioco viene proposto dall'adulto fornendo giocattoli o materiali che possono essere utilizzati in determinati modi. Per esempio con i blocchi di legno il bambino può costruire una casetta, una pista per le macchinine oppure un trenino.
- Ridirigendo: l'adulto lascia che sia il bambino a iniziare il gioco ma successivamente interviene nel dargli una direzione. Per esempio il bambino gioca con l'acqua, riempiendo e svuotando dei secchielli in una vaschetta, l'adulto interviene suggerendogli di contare i secchielli necessari per riempire la vaschetta. In questo caso l'intervento dell'adulto ha modificato la natura del gioco.
- Estendendo: L'adulto valuta l'attività ponendosi dal punto di vista del bambino e suggerisce ampliamenti. Per esempio il bambino sta giocando con le macchinine, l'adulto propone di creare una pista con un percorso per le sue macchinine.
Questi stili di intervento hanno degli effetti sui bambini, la prima modalità può dare a un bambino disorganizzato una direzione al suo gioco; la seconda modalità svolta nel rispetto dei tempi e in modi non intrusivi, può rendere più interessante un gioco troppo ripetitivo; infine la terza modalità può essere di stimolo a un bambino poco intraprendente.
-Francois Rabelais
lunedì 6 agosto 2018
L'IMPORTANZA DEL GIOCO
Per il bambino il gioco è conoscenza, divertimento, piacere,
socialità, apprendimento, è la via più lieve e flessibile per entrare in
contatto con ciò che non conosce, per osare e intraprendere superando le
iniziali paure e timidezze.
I
bambini, attraverso il gioco, imparano in modo naturale qualsiasi concetto,
scoprono un modo per esprimersi, per comunicare e per mettersi in relazione con
gli altri.Il gioco è in altre parole, un modo efficace e spontaneo, per crescere.
" I giochi dei bambini
non sono dei giochi, bisogna invece valutarli come le loro azioni più
serie." Montaigne.
BENVENUTI!!
Ciao a tutti!
mi presento, sono Lisa e sono una
studentessa di Scienze dell'Educazione e della formazione, indirizzo
prima infanzia.
In questo blog vi parlerò dell'importanza
del gioco e delle ipotetiche attività che si possono fare con i piccoli del
nido (0-3 anni) attività semplici da svolgere in casa e all'aperto.
"I giochi dell'infanzia non sono come
frivolezze, ma come cose di molta importanza e di un profondo significato […].
I giochi dell'infanzia sono per così dire, il germe di tutta la vita
avvenire". Friedich Froebel
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